Il museo di San Domenico di Forlì ha fatto di nuovo centro con una magnifica mostra sui Preraffaelliti, l'evento più importante mai realizzato riguardo a questa corrente artistica, con più di 300 opere in esposizione, fino al 30 giugno 2024.
Chi erano i preraffaelliti?
Nel XIX secolo, in Inghilterra, un manipolo di giovani pittori diede vita a un movimento che avrebbe cambiato il volto della pittura per decenni: i Preraffaelliti. Il gruppo, noto anche come Preraffaelliti Brotherhood (PRB), aspirava a rinvigorire l'arte pittorica e a porre fine all'egemonia dell'accademismo, di cui rifiutavano il formalismo e il manierismo. La definizione di "Preraffaelliti" faceva riferimento alla loro preferenza per la produzione artistica antecedente a Raffaello Sanzio (1483 - 1520), la quale valorizzava l'aderenza alla realtà e la nitidezza del dettaglio, a differenza dello sfarzo e dell'idealizzazione della forma promossi dagli esponenti del Rinascimento.
I Preraffaelliti, nati nel 1848 dalle menti di Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais e William Holman Hunt, adottarono tre linee guida programmatiche:
L'osservazione diretta della natura
Lo studio di tematiche letterarie e religiose da trasporre nelle opere pittoriche.
La rivalutazione dell'arte medievale.
(Charles Fairfax Murray - Il Concerto - olio su tela 1890)
Nel loro lavoro si ispiravano a quelli che loro chiamavano "i primitivi", ovvero ad artisti quattrocenteschi come Giotto e Botticelli, per ciò che concerneva la tecnica e l'ideale, concentrando la loro attenzione al particolare ed alla valenza simbolica delle loro immagini.
I Preraffaelliti proclamavano a gran voce il realismo, la luminosità e la schiettezza rappresentativa, che faticavano a trovare negli artisti a loro contemporanei. Il loro approccio all'illuminazione e la loro scelta di soggetti e tematiche erano indirizzati a cogliere lo spirito di un'epoca e a rivelarne le contraddizioni.
La produzione dei Preraffaelliti fu contraddistinta da uno stile narrativo basato sulla potenza evocativa delle loro immagini. Un celebre esempio si trova nell'iconica "Ofelia" (1852) di Millais, che raffigura una donna morente in un lago, stesa su verdi alghe, circondata da fiori e altre specie vegetali acquatiche. Di questa scena di vanitas, Millais ricava un dipinto splendente, inondato dalla luce del sole e impreziosito da un sorprendente uso della tavolozza dei colori.
Nonostante le aspre critiche nei primi anni della loro attività, l'opera dei Preraffaelliti avrebbe lasciato un segno tangibile nell'arte dell'epoca, contribuendo alla nascita dei movimenti Simbolista e Pre-Raffaellita in Francia e colpendo artisti come gli Impressionisti e i Simbolisti inglesi. I Preraffaelliti vissero in una fase di transizione tra il Vittoriano e l'Edoardiano e diedero agli artisti successivi la possibilità di trovare un nuovo linguaggio per esprimere le loro visioni del mondo tramite l'arte e il colore.
Il "pianoforte di Orfeo" di Frank Cadogan Powder
Una delle creazioni che colpiscono di più alla mostra è il "pianoforte Orfeo", opera sintesi di pittura, musica, letteratura e maestria artigiana.
Il pianoforte Orfeo è un’opera d’arte unica e straordinaria dell’artista inglese Frank Cadogan Cowper. Questo capolavoro è un pianoforte a coda decorato con pitture che rappresentano scene tratte dal mito di Orfeo ed Euridice.
Il pianoforte Orfeo è stato creato nel 1926 per la famosa ditta londinese Broadwood e Sons, che ha incaricato Cowper di decorarlo. Cowper ha scelto il mito di Orfeo ed Euridice come soggetto per le sue pitture, creando una serie di scene che raccontano la storia del leggendario musico che scese negli Inferi per salvare la sua amata moglie.
Le pitture sul pianoforte Orfeo rappresentano varie scene del mito, tra cui Orfeo che suona la sua lira per ammaliare le creature dell’Ade, Euridice che segue lui fuori dall’Ade, e il tragico momento in cui Orfeo si volta indietro per guardare Euridice, causandone nuovamente e definitivamente la scomparsa. Queste pitture sono eseguite nello stile caratteristico di Cowper, noto per la sua attenzione meticolosa ai dettagli e i colori ricchi.
Il pianoforte Orfeo non è solo un’opera d’arte, ma anche uno strumento musicale funzionante con un suono ricco e risonante. Anche la tavola armonica del pianoforte è decorata con pitture, generando un grande impatto visivo.
Il pianoforte Orfeo è Sto arrivato in prestito dal Victoria and Albert Museum di Londra, dove è esposto come parte della loro collezione di arti decorative.
(pianoforte "Orfeo" Broadwood and sons - dipinto da Frank Cadogan Powder - 1926)
"La Speranza" di George Frederic Watts
Altra opera che smuove l'anima e l'immaginazione è "La Speranza", una delle opere più famose e ammirate del pittore inglese George Frederic Watts, realizzata nel 1886. Il dipinto è un'allegoria della speranza e della forza interiore che aiutano a superare le avversità della vita.
L'opera raffigura una figura femminile seduta su un globo attorniato da sprazzi di nuvole evanescenti. La figura femminile è quasi avvolta su se stessa, bendata e tiene in mano una cetra rotta, a cui è rimasta una sola corda, simbolo di speranza e di resistenza alle avversità. La donna cerca di produrre un suono, nonostante lo strumento sia danneggiato e questo simboleggia al contempo resilienza e fragilità e rappresenta quanto possano essere vicine speranza e disperazione. Il dipinto è un invito a non perdere mai la speranza e a mantenere la fede e l'ottimismo, anche nelle situazioni più difficili e ad incoraggiarci nelle avversità possiamo sempre far conto su una guida esterna, rappresentata nel quadro da una minuscola stella sul capo della donna, che rappresenta la luce che illumina la via.
(George Frederic Watts - La Speranza -1886)
Questi sono solo pochi esempi delle opere incredibili che è possibile visionare all'interno della mostra sui Preraffaeliti ai Musei di San Domenico di Forlì. Aggiungo che i curatori hanno dato ai visitatori anche la possibilità di poter mettere a confronto i Preraffaeliti con gli artisti ai quali si sono ispirati. Sono infatti esposte opere di Botticelli, Beato Angelico, Verrocchio, Mantegna, Michelangelo, Filippo Lippi ed altri che rendono comprensibile il rapporto di filiazione ed il raffronto tra le tecniche utilizzate nell'opera antica e quella moderna.
Da non perdere! Buona Arte.
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