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  • Immagine del redattoreleo.fontanarosa

Viaggi in versi: la Galleria d'Arte moderna di Milano

Aggiornamento: 7 dic 2021

in questo strano luglio 2021, ho deciso di visitare quanti più musei possibile, in modo da raccogliere immagini d'Arte, fare una scorta di Bellezza eterna che mi dia materiale per l'inverno.

Tra i primi luoghi visitati c'è la GAM (Galleria d'Arte Moderna) di Milano, ospitata nella stupenda villa Belgioioso-Bonaparte in via Palestro 16, di fianco ai giardini Indro Montanelli. La collezione del museo spazia dal Neoclassicismo al Novecento con opere di geni come il Canova, Hayez, Manet, Cezanne, Van Gogh fino a Carrà, De Pisis e Modigliani.

Quello che però ha particolarmente colpito la mia attenzione è stata la sezione dedicata alla scultura dell' Ottocento italiano. La potenza e la delicatezza di alcuni volti femminili, del marmo che si faceva morbido nelle posture dei loro corpi scolpiti con maestria impeccabile, mi ha tenuto legato al pavimento ligneo della villa per molto tempo.

La meraviglia dell'Arte è compagna dell'ispirazione e mi ha portato a scrivere versi su alcune di queste opere. Ho quindi deciso di inaugurare un percorso tra verso e arte, paesaggio e cultura che ho chiamato "Viaggi in versi" col quale vi stendo un tappeto rosso di parole davanti alle opere che più mi hanno colpito. Buon viaggio!


La leggitrice - scultura di Pietro Magni 1864

L'opera rappresenta una giovane ragazza seduta su una sedia impagliata, il che suggerisce l'appartenenza ad una classe sociale non agiata. E' intenta alla lettura dopo essersi spogliata degli abiti da lavoro, abbandonati sullo schienale della sedia. Il volto evidenzia tutta la sua concentrazione sul libro, tanto da non essersi resa conto che la sottoveste le è scivolata fino a lasciarle un seno scoperto. Sul viso ipnotico sembra apparire una singola lacrima, chissà se dovuta a quanto legge o ai pensieri lontani che quelle parole le hanno suggerito. Qui i miei versi:


La lettrice

Lento l'occhio libero

scruta le pagine

dove dorme un sogno.


Il corpo sciolto

dal peso della veste

del giorno opprimente

è muto allo schienale.


Cosa leggono

i tuoi delicati

occhi di marmo?


Dimentichi il seno nudo

mentre una lacrima gentile

imbratta il tuo volto.





Egle al fonte - scultura di Giovanni Pandiani 1846

L'opera rappresenta la ninfa naiade Egle mentre si sta bagnando al fiume, nel momento in cui sembra volgersi di scatto per aver udito una voce o sentito un rumore che presagisce pericolo. Le ninfe, come ci narra la mitologia greca, erano continuo bersaglio di satiri e pastori. Le naiadi, di cui Egle fa parte, erano ninfe legate all'acqua, portatrici di ristoro, fecondità e dotate di virtù curatrici e profetiche.


Egle al fonte

Volgi la testa al rumore

pel continuo pericolo

di satiro o pastore.


Dita e crini bagnati

dal fonte che corre

mentre spavento schiude

le tue morbide labbra,


ma non v'è dolo nell'intenzione:

è solo il mio sguardo

di pellegrino all'Arte

che chiede forza e benedizione,

linfa per le sue parole

che disegnano su carte mute

e appendono sogni alle fronde

come stracci d'argento.




Vestale - scultura di Antonio Canova 1818 ca.

La Vestale è una delle ultime opere scolpite dal grande genio veneto. Commissionata dal banchiere milanese Luigi Uboldi anticipa le opere dei successori del Canova e dei romantici. A mio avviso, sebbene il volto richiami ampiamente i canoni di bellezza della classicità, il velo che morbidamente copre la testa è di una modernità tale da poter confondere quel viso con quello di una diva del cinema degli anni Sessanta. Parte della genialità sta proprio in questo, creare opere capaci di parlare anche alle generazioni successive con la stessa forza con cui sono state scolpite.


Vestale

Casta vestale o diva attuale?

Avvolta in velo di soffice marmo

scruto lo sguardo

e il sorriso d'enigma

più di Leonardo che di Canova


La luce che doni nuova

brilla nei tuoi vuoti occhi

dove colgo un presagio,

leggo l'eterno

e affogo il disagio

della mia finitudine.




L'Immacolata - scolpita da Giosuè Argenti 1865

Autore poco conosciuto, allievo di Pompeo Marchesi, l'argenti frequentò i corsi di scultura prima presso la celebre Accademia di Brera di Milano per poi spostarsi all'Accademia di Belle Arti di Roma. Mi ha molto colpito la sua Immacolata, per quel suo sguardo in parte severo, in parte indulgente nel quale Argenti ha saputo tradurre nel marmo l'umanità materna di Maria.


Maria

Coronata di stelle!

Guardi in basso

al mondo silente,

madre indulgete

alla corruzione dell'uomo.


Le labbra schiudi

a un sospiro clemente

e guardi fremente

all'Amore eterno

all'Universo incarnato

al Giudice Padre


Avvocata, delicata, venerata madre!

Ci guardi e chiedi di non tradire

promesse e fede

a quel tuo Figlio

che attraversa i secoli

in questo mondo cieco,

popolato da sordi.


Ancora una volta

dacci rifugio

sotto l'immenso manto

del Tuo dolce, immacolato cuore.


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